Come tutti i professionisti, indipendentemente dal settore in cui operiamo, ci ritroviamo prima o poi a fare i conti con un argomento tanto inevitabile quanto spinoso: i costi.

Gli strumenti che utilizziamo per lavorare — software, hardware, licenze, piattaforme — non sono semplici accessori, ma le fondamenta della nostra produttività. Eppure, negli ultimi anni, il loro prezzo è cresciuto ben oltre la logica del mercato. Nel mondo creativo questo è ancora più evidente: i software sono di nicchia, spesso monopolizzati, con poche alternative reali e nessuna concorrenza effettiva sui modelli di prezzo. A questo si aggiunge la necessità costante di aggiornare le nostre macchine: computer sempre più potenti, GPU più costose, storage più veloce… un ciclo continuo che porta i costi verso l’alto senza tregua.

Il risultato è chiaro a tutti noi: per continuare a fare bene il nostro lavoro, dobbiamo pagare sempre di più, spesso senza vedere un reale miglioramento nell’esperienza d’uso o nella qualità degli strumenti. Ed è qui che si inserisce la discussione su Affinity, Canva e l’attuale modello Adobe. Non è solo una guerra di software: è una riflessione sulla direzione che sta prendendo il nostro settore e su ciò che sta cambiando — finalmente — nel modo in cui creiamo.

C'è un nuovo sceriffo in città.

Arriva Affinity by Canva: Una Rivoluzione nel Software Creativo.

Tutto in Uno: La Suite Integrata

Pochi mesi fa Canva Ltd, compagnia Australiana che ha sviluppato l’omonima piattaforma mette le mani su Affinity a marzo 2024, per la somma di 384 milioni di dollari. il 30 ottobre esce Affinity by Canva, e il panorama dei software creativi vive una vera e propria rivoluzione. Immagina di avere un unico software che ingloba tutta la suite necessaria per il design grafico, il fotoritocco e l’impaginazione. Non è più necessario aprire programmi separati: tutto ciò che serve è a portata di mano in un’unica piattaforma integrata.

A sinistra Affinity in modalità fotoritocco “pixel”, a destra Photoshop, differenze? il prezzo.

Il contesto: un mercato saturo e un malcontento crescente

Negli ultimi dieci anni, il settore dei software creativi ha vissuto una trasformazione tumultuosa. Da una parte abbiamo l’evoluzione tecnologica: AI generativa, tool di automazione, sistemi di collaborazione in cloud. Dall’altra, però, c’è un elemento che ha pesato ancora di più: la dipendenza quasi totale dal modello Adobe.

Il problema non è la leadership tecnologica — indiscutibile per anni — ma la gestione del potere di mercato.

Professionisti, agenzie e freelance si sono ritrovati di fronte a un ecosistema chiuso, costoso e difficile da abbandonare.

Le lamentele più frequenti riguardano gli aumenti di prezzo senza vantaggi tangibili, prestazioni inconsistenti con software pesante e instabile, aggiornamenti considerati solo cosmetici e “innovazioni” focalizzate sull’intelligenza artificiale che non affrontano le problematiche fondamentali.

In questo scenario si inserisce la mossa di Canva, che acquisendo Affinity non compra solo tre software: acquista un intero posizionamento contro-monopolistico. E il mercato aveva bisogno esattamente di questo.

Adobe e il suo modello di business: perché l’abbonamento è un problema strutturale

Adobe ha costruito la sua fortuna su un cambiamento radicale: ha abbandonato la licenza perpetua per puntare sul modello di abbonamento Creative Cloud. Dal punto di vista finanziario, questa è una scelta astuta, ma per gli utenti è decisamente meno vantaggiosa.

Quando un’azienda di queste dimensioni dipende dagli abbonamenti, gli investitori richiedono ricavi prevedibili, i margini devono rimanere elevati e la crescita deve essere costante. Ritornare a software “di proprietà” comporterebbe una drastica diminuzione delle entrate. Per questo motivo, Adobe non tornerà mai più a un modello di pagamento una tantum.

Il vero problema per i creativi

Il canone non sarebbe nemmeno un problema se il prodotto giustificasse davvero il suo costo. Qui scaturisce il malcontento: si paga mensilmente anche quando il software non viene utilizzato; se si interrompe il pagamento, si perde l’accesso alle app e, talvolta, ai file; gli aumenti arrivano senza comunicazioni chiare; il valore percepito è diminuito nel corso degli anni. Qual è il risultato? Un pubblico frustrato, in cerca di alternative più stabili, veloci e oneste.

Gli “sconti” di Adobe: una strategia commerciale aggressiva (e discutibile)

Le campagne di Adobe non sono casuali: mirano a soddisfare un preciso bisogno di trattenere gli utenti che desiderano andarsene. Ecco cosa accade realmente:

Adobe propone sconti del 40–60%, ma questi sono calcolati su listini che nessuno ha mai realmente pagato. Il risultato? Lo “sconto” altro non è che il prezzo di due anni fa.

Le campagne “solo per 48 ore” vengono ripetute regolarmente. Si tratta di una classica tecnica di urgenza artificiale. Email, banner e annunci mirati: Adobe bombarda chiunque abbia visitato la pagina “cancella abbonamento”, mentre per i canali social, Adobe è particolarmente invasiva e punta a promuovere sconti attraverso annunci senza interattività. La comunicazione è unidirezionale: gli utenti non possono commentare o replicare, impedendo dialogo e domande. Questa strategia permette ad Adobe di controllare il messaggio e ridurre il dissenso pubblico, spingendo gli utenti a concentrarsi sull’urgenza delle offerte.

Molti creativi si sentono letteralmente intrappolati:

“Vorrei andare altrove, ma ho troppi file in formati proprietari.”

La questione dei formati chiusi è una strategia commerciale, non una semplice complicazione tecnica. In questo contesto, qualsiasi alternativa “liberatoria” diventa immediatamente attraente.

Affinity: l’alternativa che rompe gli schemi

Serif, azienda britannica specializzata in software per grafica digitale, crea tra il 2014 e il 2019 il primo ecosistema realmente paragonabile ai software Adobe più usati:

  • Affinity Photo ← alternativa a Photoshop
  • Affinity Designer ← alternativa a Illustrator
  • Affinity Publisher ← alternativa a InDesign

Il vantaggio strutturale di Affinity risiedeva nel suo approccio innovativo, concepito per distinguersi nel panorama dei software di design. Affinity è stato sviluppato con un codice moderno, snello e ottimizzato, che garantisce prestazioni nettamente superiori rispetto ai concorrenti. Le sue interfacce furono progettate per essere semplici e non invasive, permettendo agli utenti di concentrarsi sul loro lavoro creativo senza distrazioni. Inoltre, Affinity si liberava dal peso del legacy degli anni ’90 e 2000, offrendo un’esperienza fresca e aggiornata (copiata da adobe). Uno degli aspetti più apprezzati era il suo sistema di licenze equo: paghi una volta e il software è tuo per sempre, senza abbonamenti continuativi.

© 2025 – affinity by Canva

Oggi Affinity è disponibilie per tutti, suite completa, aggiornata e gratuita.

Un’esperienza senza interruzioni.

Affinity by Canva è progettato per offrire un’esperienza utente fluida e senza interruzioni. Grazie alla capacità del software di riconoscere il contesto, gli utenti possono passare facilmente dalla progettazione di vettori al fotoritocco e, infine, alla creazione di un layout finale, tutto all’interno della stessa schermata. Questo approccio riduce notevolmente il tempo necessario per completare i progetti e migliora l’efficienza del flusso di lavoro. Senza dover aprire diversi file con diversi software.

L’Impatto sul Mercato Creativo

Questa fusione rappresenta una sfida significativa per i giganti del settore come Adobe. Affinity by Canva non solo risponde alle esigenze di coloro che cercano alternative più economiche e accessibili, ma offre anche un prodotto che non scende a compromessi in termini di qualità e funzionalità. La sua capacità di integrare diverse fasi del processo creativo in un’unica piattaforma potrebbe cambiare il modo in cui i professionisti del design e i creatori di contenuti lavorano, promuovendo un nuovo standard nel software creativo.

Perché Adobe teme Canva (e perché questa volta non è come le altre)

Non è la prima volta che nasce un concorrente ad Adobe. La differenza? Nessuno aveva un vero piano per scalare.

Canva sì.

Accessibilità

Canva ha rimosso le barriere grazie a un’interfaccia intuitiva, modelli predefiniti, collaborazione in tempo reale e velocità senza pari. Se riesce davvero a integrare le funzionalità avanzate di Affinity, sarà la prima piattaforma in grado di soddisfare i principianti, coloro che desiderano creare rapidamente e i professionisti del settore.

Ecosistema

Adobe presenta un ecosistema ampio, ma mal organizzato: prodotti che si sovrappongono, applicazioni datate, intelligenza artificiale integrata forzatamente e scarsa coerenza. Canva, al contrario, costruisce architetture pensate per essere coerenti e scalabili.

è… gratis.

Sì, perché la suite è gratuita. È sufficiente avere un account Canva, e voilà, c’è tutto. Puoi esportare in tutti i formati e, cosa divertente, puoi aprire file in Illustrator, AI, PSD e IDML di InDesign senza perdere nulla. Adobe non riesce nemmeno a importare da una versione all’altra, costringendo gli utenti a sottoscrivere abbonamenti per aggiornamenti mirati.

Affinity offre un piano di abbonamento su Canva, ma solo per le funzioni AI, non essenziali e completamente facoltative, a un costo annuale equivalente a tre abbonamenti mensili di Adobe, e questo solo per Photoshop, non per l’intera suite.

È chiaro che per Adobe questa rappresenta la prima vera minaccia non tecnica, ma di business.

AI nel mondo creativo: progresso o distrazione?

Negli ultimi due anni, Adobe ha fatto un grande passo avanti nel campo dell’AI con il riempimento generativo, l’espansione generativa, gli effetti rapidi e gli automatismi con un clic. La narrazione è chiara: Guarda quanto è potente il nostro software.” Tuttavia, gli utenti rispondono: Bene… ma perché è ancora lento? Perché si blocca? Perché occupa 4 GB? Perche dopo 20 anni e altrettante release ancora indesign si blocca dopo aver impaginato 30 pagine?”

L’AI è diventata un modo per creare un effetto wow” senza investire realmente in ottimizzazione, stabilità, usabilità e qualità complessiva. Al contrario, Canva mira a un’AI integrata in modo fluido, non come uno spettacolo, ma come uno strumento utile. Affinity, d’altra parte, porta avanti una filosofia chiara: performance prima di tutto, AI solo se è veramente necessaria. Questo equilibrio è ciò che molti creativi hanno richiesto per anni.

Cosa cambia per designer, aziende e content creator

Siamo di fronte a un cambiamento strutturale: per la prima volta, il mercato è contendibile, le alternative disponibili sono davvero valide e gli utenti possono scegliere senza compromessi. Ciò si traduce, per i freelance e i designer, in minori spese mensili, maggior controllo sul proprio flusso di lavoro e software più performanti. Per le aziende, significa avere budget più chiari, licenze semplificate e meno sprechi. Per i creator, consente di passare da Canva a Affinity senza cambiare piattaforma, un grande passo in termini di potenza.

Per il mercato, si traduce in una vera concorrenza; Adobe dovrà migliorare o rischia di perdere terreno. Questo, per l’intero settore, rappresenta un segnale positivo.

in conclusione

il monopolio è finito (e inizia una nuova era)?

L’acquisizione di Affinity non è solo una mossa economica: è un cambio culturale. Per anni Adobe ha dominato senza alternative. Ora Canva propone un ecosistema completo, accessibile, moderno e — soprattutto — trasparente. Il messaggio al mercato è chiaro:

la creatività non deve essere vincolata da un abbonamento e non deve essere ostacolata da software inefficaci, E questa è finalmente la direzione in cui si sta muovendo l’intero settore.

Noi usiamo tutto, anche Affinity.

In Keyart crediamo che la qualità del lavoro dipenda dagli strumenti. Per questo aggiorniamo costantemente il nostro workflow integrando tecnologie moderne come Affinity, che affianca i software tradizionali garantendo più flessibilità, velocità ed efficienza. Non sostituisce: arricchisce, offrendo più soluzioni e migliori risultati per i nostri clienti.

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